sabato 3 maggio 2014

Pillole di storia #7

La Chiesa Parrocchiale di Rocchetta Sandri, intitolata a S. Giovanni Battista (protettore del paese, celebrato il 24 giugno), ha origini molto antiche: un riferimento ad essa compare per la prima volta nelle Rationes Decimarum (XIII secolo), da cui desumiamo che si trattava di una chiesa dipendente dalla pieve di Fanano; figura poi nel 1335 in una decisione della Sacra Rota e nel 1363 in una collazione della rettoria dell’Ospitale di Fanano fatta dall’abate di Nonantola. 
La chiesa parrocchiale sorge in posizione isolata sulla strada che sale al vicino agglomerato di Rocchetta. Gli edifici annessi, campanile, canonica e una vera e propria corte rurale attestata sul fianco meridionale della chiesa, formano un complesso edilizio unitario che caratterizza il paesaggio di mezzacosta di Rocchetta Sandri, frammentato in nuclei edilizi di una certa dimensione.
Quella attuale risale al 1553, come attesta la data incisa sul portale laterale. 
La facciata è essenziale, con parete contornata da due lesene d’angolo appena accennate, sulla quale risaltano unicamente il portale e il rosone (*); il portale è decorato con fregi rinascimentali ed è di tipo architravato con il tipico solco che delimita il bordo interno arrotondato terminante alla base dei piedritti con un ricciolo, ed è sormontato da una lunetta del tutto insolita, con la dedica incorniciata da un arco in masselli d’arenaria.
Sul fianco sinistro a tre quarti della navata è incorporato un bel campanile quadrato, attualmente svilito da una soletta piana di copertura in aggetto sui fronti. 
L’interno sorprende per la concezione spaziale di impostazione quattrocentesca. L’impianto è infatti a sala allungata coperta da una volta a botte scandita da cinque archi che partono da peducci incorporati in una cornice. Il presbiterio risulta coperto da una volta di quattro pennacchi generati da arcate che si conformano alla misura dell’arco trionfale ed introducono ad altrettanti ambienti convergenti sull’altare: il catino absidale sul fondo con il coro ed ai lati due tribune, filtrate a terra da un’alta paratia su archi e colonne. Di notevole interesse e' il mobile del XVIII presente in sagrestia. 
L’illuminazione della sala è garantita, oltre che dal rosone di facciata, anche da due lunette mediane incavate nei fianchi della volta a botte, mentre la zona di fondo dispone di due finestre ad archetto aperte sui fianchi dell’emiciclo absidale e da analoghe finestre praticate, quattro per parte, sulle pareti esterne delle tribune laterali. 
Nella sala si aprono due cappelle laterali centrate sotto le lunette e introdotte da archi del medesimo disegno dell’arco trionfale tangenti la cornice di imposta della volta; contenevano due pregevoli dipinti di S. Stefano e S. Antonio […]. L’altare di sinistra è preceduto verso l’ingresso da una nicchia di proporzioni minori, che contiene un notevole battistero ligneo in forma di tempietto a pianta centrale, di ascendenza bramantesca. L’acquasantiera della porta laterale, scolpita in arenaria con la tipica forma a bacinella incastrata nel muro, potrebbe derivare dalla chiesa primitiva.

* Il vetro del rosone e' crollato all'interno della Chiesa nel novembre 2013 ed è stato momentaneamente sostituito con un panello di legno, di uguali dimensioni, in attesa di ristrutturazione.

[Ringraziamo Alessandro Zagaglia per il prezioso contributo di materiale storico che ci ha fornito]

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